domenica 9 settembre 2012

Un perchè delle Gite Fuori Porta


Spesso si hanno troppe cose a cui pensare durante la settimana, gli impegni di lavoro, fare la spesa, la palestra, i bambini da portare alle attività extrascolastiche, ricordarsi di dormire. Personalmente adoro organizzare cose da fare per me e per chi mi circonda (spesso chi mi circonda si sente travolta dagli eventi) e se non ci sono momenti liberi durante il giorno, la notte mi porta consiglio e tempo per tali attività. Ma per fortuna o per sfortuna non tutti hanno un amico organizzativo ed allora magari vince la noia, oppure basta lasciar fare a chi lo fa di mestiere e pensa a tutto per voi.

 Ci sono poi persone impossibilitate a muoversi ed a viaggiare perché sole, la solitudine in effetti è quella cosa che enfatizza se stessa, ed è assolutamente da debellare prima che diventa maggioritaria o totalitaria nella nostra vita. Non posso pensare ad occasione migliore per trovere compagni di avventura e combattere la solitudine che una bella gita, con persone da conoscere.

Alla mancanza di iniziativa o alla solitudine, sopperiscono quindi, i viaggi di gruppo, organizzati in varie località e che offrono programmi già “pensati ed impacchettati” per sollevare il “cliente” da ogni onere o preoccupazione. 
Cosa c’è di meglio che arrivare al fine settimana e dover pensare solo a vestirsi e recarsi al luogo d’incontro, magari ricordarsi la macchina fotografica e poi farsi trasportare in una piccola avventura di evasione dalla routine. Moltissime persone arrivano al week end sfinite e si limitano ad abbandonarsi sul divano, soprattutto nei mesi invernali. Una gita può essere sicuramente più stancante di una giornata sul divano, ma chi sarà più soddisfatto e rilassato? Il “coach-potato” (adoro questo termine anglosassone per l’uomo-divano..rende molto l’idea) oppure la persona che ha visto nuove cose, conosciuto nuove persone ed accumulato nuovi sorrisi?

Questa la mia idea delle gite domenicali, piccole evasioni per dare un vero taglio alla routine, se pensate che le vacanze estive sono il meritato break per un anno di lavoro, perché non pensare di meritarsi un break settimanale o bisettimanale per ricaricare le batterie con una versione mini di una vacanza?
Forse non a tutti il viaggio fa lo stesso effetto, ma è innegabile che il conoscere qualcosa di nuovo, o il rivedere e riesplorare qualcosa di già visto o conosciuto, sia un arricchimento da cui trarre beneficio. 


Pensate alla prima volta che avete visto Venezia. Ora pensate all’ultima volta che siete stati in quella meravigliosa città. L’emozione non è mai uguale, non si può mai dire di aver visto tutto, ammirato ogni scorcio, non si può averci vissuto ogni clima, dalla nebbia alla pioggia all’acqua alta al sole pieno ad una giornata uggiosa, ogni situazione crea diversi fotogrammi, diverse impressioni. Pensate alla fortuna che noi abbiamo ad averla a portata di rotaia, o di gomma, ed infine di chiglia.. 

Forse sarò io, ma il mio spirito desidera ardentemente vivere una moltitudine di luoghi diversi, ammirare gli edifici che sono sopravvissuti alla storia, calcare le orme di chi è passato attraverso i luoghi prima di me. La sensazione di immensità che ho provato sulla cima della piramide di Chichen Itza, al di fuori del Castillo dove si facevano sacrifici umani, volgendo lo sguardo verso quella foresta che faceva respirare me come fece respirare i Maya, la provo ogni volta che mi fermo a pensare che qui, sotto i miei piedi, sono successe cose per milleni, ed io.. sono una di quelle.

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