Ciao sono Annalisa questo è diario della mia esperienza di quest'estate in Sud Africa (ma inverno sudafricano, scritto di notte sull'iphone), dopo 2 settimane di scuola d'inglese mi accingo ad altre due settimane che mi riempiranno il cuore immensamente: la township ed il volontariato con i bambini.
Salgo in auto con Patricia (tarda
quarantina, sposata con tre figli il più giovane 18 anni, il marito lavora in
Algeria e lei non ho capito che faccia a parte scarrozzare volontari.
Sudafricana di nascita, parla un buon inglese ma la sua prima lingua è l'africaans.
Da giovane ha fatto l'hostess di terra ed ê molto materna) si parla di questo e
di quello ed io le chiedo del suo lavoro, lei mi dice che ci sarà tempo domani
ma in realtà tutto accadrà velocemente e lei non mi dirà mai (non ancora)
qualcosa sul suo lavoro..un po' strano o forse è solo stanca di ripetere le
stesse cose.
Arriviamo a Strand (in africans vuol
dire spiaggia e capisco subito il perche: c'è un'enorme chilometrica spiaggia
che occupa tutta la baia) a circa mezz'ora d'auto verso sud da Cape Town, e mi
mostra la mia nuova casa.
Per aprire la porta in vetro principale
c'è un telecomando stile garage, ci si trova in un atrio con la scelta tra
ascensore (che non viene attivato se non in possesso di una speciale piastra) e
le scale protette da un pesante cancello di ferro chiuso.
Patricia mi spiega che, se anche qcuno
riuscisse a penetrare qui non potrebbe accedere ai piani; curioso come più le
cose siano sicure più facciano apparire la zona dove sono, pericolosa..
6° piano, porta di legno instabile,
entriamo in un breve corridoio che si apre subito in un'enorme stanza, larga
circa 9 mt dov'e convivono, alla mia dx e alla mia sx due parti di cucina, un
bancone di pietra con 5 sgabelli, un lungo tavolo da 6 E tre divani
attorno alla tv, a sx la scala di legno che porta alle camere, sotto la quale è
posizionato un secondo frigorifero; la parere di fronte a me è solo vetro:
un'enorme vetrata con due porte finestre scorrevoli che danno sul terrazzo il
legno...Wow!!!
La vista è magnifica: la rotonda
sottostante arredata da una zampillante fontana, e l'ampio parcheggio abitato
da un colorato mercato, sono solo il preambolo allo spettacolo che ci si
presenta davanti.
La spiaggia ed il mare con le sue
molteplici tonalità d'azzurro (possono gli inglesi non avere una parola x
l'azzurro ma chiamalo blu chiaro?!?!!) increspato da bianche onde, alla nostra
sinistra una montagna decresce fino a gettarsi nel mare, è una lunga catena
montuosa che circonda ed abbraccia tutta la zona. L'umidità che si condensa in
nuvole sull'apice della catena, regala sempre nuove e multicolore sfumature
alle albe ed ai tramonti.
Patricia mi accompagna di sopra dove c'e
una camera singola, occup da Beth, una doppia che si occuperà domani, e la mia
stanzetta: un appartamento da 30mq con 5 letti ed un bagno e vetrata a parete
abitato, per due gg solo da me.
Beth è cosi gentile da acconoagnarmi in
un bar vicino x vendere la finale degli europei Spagna-italia. Al terzo gol
della Spagna, tutte e due un po' stanche, ce ne torniamo a casa.
23.00 01luglio Sono sola nella mia nuova
enorme camera solitaria. Dal mio letto vedo, attraverso la grande vetrata che
occupa la parete fronte mare, le bianche nuvole che si stagliano contro il
notturno cielo blu; di tanto in tanto qualche stella fa capolino per salutarmi.
Mi sembra di essere lontana da tanto, di
aver vissuto un pezzo di vita (più lungo di 2 week) con delle belle e diverse
persone ed ora sono qui per un'altra avventura.
Sono pronta e sono sicura sarà una buona
esperienza, non sono nemmeno un po' agitata, mi sveglierò domattina ed andrò a
lavorare e sono felice.
C'è cosi tanto da scoprire in ogni
persona, cosi tante connessioni possibili, cosi tante realtà verosimili; basta
che una persona entri nella tua vita che questa ne viene contaminata, comunque
variata o modificata ed ogni conoscenza, ogni connessione crea mondi di
possibilità.
Dal sesto ed ultimo piano di questa casa
vista mare potrebbero partire connessioni (in forma di sms) verso tre
continenti... Solo?!? Devo decisamente impegnarmi molto di più!
8.15 Patricia viene a prendermi sotto
casa per accompagnarmi nella township. Appena fuori dalla città, ci avviciniamo
ad un esteso villaggio di, baracche le chiameremmo noi, case le chiamiamo
loro.
Una distesa si tetti di lamiera e
variegati colori, muri di cemento piccoli giardini, case di 2 metri per 2 e
panni colorati stesi ovunque. Qui i bimbi vivono con i genitori in case di 2 mt
x 3, le strade principali sono asfaltate e pulite, i bimbi qui non hanno mai o
quasi visto il mare, nonostante sia a 2 km d loro (Patricia dice che gli
Africani hanno generalmente paura dell'acqua e delle profondità, x loro il mare
non è come x noi).
Addentrandoci tra la costruzioni
troviamo un villaggio quasi deserto, ancora dormiente. La scuola è
piccolissima, la facciata coloratissima con farfalle ed altri animali, Patricia
mi mostra le firme dei volontari che negli anni passati hanno dipinto le
pareti. Tutto è protetto da inferriate e grossi cancelli.
Entrando nella piccola stanza mi
accoglie un odore non propriamente gradevole ma, sono certa non lo sentirò più
tra pochi minuti.
Patricia mi presenta alle insegnanti ed
alle aiutanti. Siamo nella prima stanza, 2mtX1,5mt, x terra c'è della moquette
e una decina di bimbi gioca x terra. Patricia mi dice di fare ciò che mi sento
e che tornerà alle 12.30...troppe istruzioni?
Le padrone di casa mi offrono una sedia
ma io preferisco sedermi per terra e dopo un attimo di titubanza sei bimbi
stupiti da questa bimba grande e scolorita, parte l'attacco: ne ho
immediatamente tre che mi si siedono in braccio ed altri cinque che trovano
interessanti i miei capelli ed iniziano a giocarci. La scuola accoglie bimbi da
1 mese a 6 anni e ora siamo in periodo di vacanza quindi c'è solo la scuola
fino alle 14 quando, dopo il pisolino i genitori tornano a prendere i bimbi.
Ai kids piacciono proprio i miei capelli
e me li lisciano e tirano ed un po' strappano ma sono molto affettuosi, man
mano altri studenti arrivano da prima sospettosi ed intimoriti, si gioca con
grosse costruzioni e giocattoli un po' sgangherati ma che loro trattano come
tesori. Alle 9 quelli un po’ più grandini, ad una sola parola si precipitano
nell'altra stanza ed io vengo invitata ad unirmi a loro, lascio i miei cuccioli
Coccolosi ed attraverso il cancello di ferro che divide i due spazi, serve per
impedire ai piccoli di invadere l'ambiente ma da una sensazione strana quando i
bimbi ci si aggrappano per seguire il nuovo semovente giocattolo biondo.
La giornata scorre veloce tra i miei ed
i loro intontimenti, tra una preghiera ed una merenda, tra alcuni giochi e
ripassi di numeri e poi di nuovo preghiera e pranzo.
Tutti i bimbi hanno piccoli zainetti in
cui portano contenitori con il cibo per la giornata: tal volta pratici sandwich
ma altre volte complicati spaghetti che è necessario rompere prima che vengano
affrontati con un cucchiaio.
I bambini sono disciplinatissimi: un
attimo prima saltano e giocano e quello dopo, ad una parola sella maestra,
corrono a sedersi in ordine zitti e buoni.
Mi sento un po' strana come un po' fuori
posto ma penso che sia perfettamente normale che sia cosi, sono in un altro
mondo, seduta su una moquette in una baracca che chiamiamo scuola, con delle
creature a cui basta dare un frammento di affetto, o un giocattolo rotto, per
avere in cambio un sorriso che ti scalda il cuore.
Patricia arriva a prendermi presto
perche deve lasciarmi a casa prima di andare all'aeroporto a ritirare le altre due
girls che da domani mi faranno compagnia.
Arrivo a casa e studio un po'..giusto
perche ho passato la mattina ascoltando una lingua che non so (tanto per
cambiare) e questo dialetto africano aziona il mio italiano perche..non capirsi
per non capirsi vi parlo almeno in una lingua a me familiare..
Dopo poco arriva Patricia che spiega
alle ragazze questo e quello. Hiliy da Amsterdam e Ozum da Cypro ma che vive ad
Amsterdam da 4 anni, sono due ragazze che avrei potuto incontrare a
donnavventura, una somiglia anche alla mia Niki, carine, viaggiatrici e già mi
stanno simpatiche.
Sono l'unica ingles-ignorant nella casa
e mi insofgeziono un po' ma posso sopravvivere..a gesti ma sopravvivo :)
21.42 sono la sola sveglia in casa le due
ragazze da Amsterdam sono sfinite dal viaggio mentre Beth è stanca dal lavoro,
tutte a nanna e la casa è tutta mia.
Ho guardato un film romantico in
inglese, sottotitoli in inglese da brava studentessa e ora sono nella mia
camera enorme con vista spaziale, ancora da sola, e dal mio letto vedo le
stelle. Notte mondo.
1.54 le onde si infrangono con forza a
poche centinaia di metri da
me, la colonna sonora dell'oceano mi
culla.
La parete-vetrata é quasi completamente
appannata, l'umidità impera ed io mi stupisco di non provare freddo.
5:00 la luna piena arriva nei quadranti
delle mie finestre come un faro nella notte. Meravigliosa ispirante luna piena.
Alle 8.15 Patricia viene a prenderci,
abbiamo già fatto colazione e siamo pronte al lavoro. Ho raccontato alcune cose
alle ragazze e partiamo entusiaste x la giornata.
Appena entrata io mi siedo sul pavimento
moquettoso con i bimbi mentre alle ragazze ci vuole giustamente un momento per
ambientarsi; dopo poco sono già sedute per terra e i bambini apprezzano l'avere
tali diversità di capelli da lisciare e tirare.
La cosa più adorabile che fanno è
avvicinarsi a te ed appoggiare quei loro sederotti addosso a te, cercano sempre
e cmq il contatto. Non importa se poi si fanno i fatti loro giocando con le
costruzioni, loro devono essere appoggiati ad un pezzo di te, più vicino è
meglio è ma in mancanza di meglio anche un ginocchio o una caviglia vanno bene.
La giornata scorre veloce con la solita
routine (gioco cibo gioco cibo gioco nanna) ma una nuova colonna sonora:
i bambini che di continuano chiamano:"tracher! Teacher! Teacher
came!"
Hiliy e Ozum sono felici ed io ora mi
sento un po' più al mio posto.
Ho portato un po' di matite e quaderni e
... I pallonciniiii!!
La maestra ne distribuisce uno ad ognuno
e loro devono farcela da soli a gonfiarli.
Seduti per terra, alcuni abbracciati ad
un nostro ginocchio o caviglia, raggiungono il massimo della concentrazione per
ottenere il desiderato risultato.
Solo un paio di bimbi, e non i più
grandi, riescono dopo pochi minuti; gli altri, spronati dalla sana
competizione, si concentrano ancora di più.
Sono adorabili con le guance gonfie che
battagliano contro l'avversario palloncino; Ndomiso (è già uno dei miei
preferìti) non libera l'ingresso del palloncino aprendo le dita e continua a
soffiare senza risultato. Qualcuno sta già saltellando col suo palloncino e gli
altri tentano di commuoverci per farseli gonfiare, ma la maestra ha detto che
lo devono fare da soli e noi riusciamo ad essere stranamente
irremovibili.
Questi strepitosi cuccioli d'uomo
riescono a sorprendermi immensamente: alcuni di quelli che ce l'hanno fatta,
giocano felici con il loro palloncino, vedendo gli altri in difficoltà, si
fermano, posizionano il loro trofeo ben al sicuro sotto ad un braccio, e
semplicemente si avvicinano per dare una mano a quelli in difficoltà; senza
parole, senza cerimonie, prendono il palloncino, lo gonfiano, lo restituiscono
e riprendono a giocare..questa generosità cosi naturale mi spiazza.
Chiedo alla maestra se può scrivere il
loro nome sui rispettivi palloncini e inizio a fotografare bimbo e palloncino
più per memorizzare i loro nomi che per la mia passione per la fotografia. Io e
le mie compagne ci rendiamo immediatamente conto di quanto ognuno di loro sia
estremamente fotogenico..i loro penetranti occhioni neri ci conquistano ogni
minuto di più.
Loro ADORANO farsi fotografare e
rivedersi nello schermo. Appena vedono la macchina fotografica, quella diventa
oggetto di desiderio.
Il primo giorno quando, dopo pochi
minuti dal mio arrivo, le maestre mi avevano chiesto se avessi la macchina foto
e dato il permesso di usarla liberamente, mi ero sentita un pochino
offesa:"non sono venuta per farmi fotografare con i bambini", mi ero
detta, ma poi Patricia mi aveva spiegato che era perche a loro piace e solo ora
ho capito quanto; non sono e non devono essere mai un trofeo comunque, questi
piccoli grandi cuori sono un bene meraviglioso da preservare.
Oggi è una bella giornata e la maestra
decide che possiamo andare al parco, tutti a due a due, mano nella mano
partiamo verso fantomatico parco non sapendo cosa aspettarci.
Camminando tra le case (loro le chiamano
case, noi le chiameremmo baracche: costruzioni di pochi metri quadri coperte da
un tetto di lamiera, il piccolo bagno con solo il servizio è esterno come la
fontana, la proprietà è circondata da una rete che la protegge sui 3 lati a
volte coniugata da un muro di cinta) ci addentriamo nella township. Prima sulla
strada asfaltata cantando, attiriamo l'attenzione di tutti gli abitanti che
escono per vedere l'allegra comitiva. Attraversiamo poi un passaggio stile
sentiero tra le case per tornare sulla strada asfaltata ed approdare al parco
giochi: uno scivolo, una struttura per altalena con tre postazioni, un girello
e una struttura in legno per varie arrampicate. Il posto non è del tutto pulito
ma abbastanza dignitoso, il giorno prima ha piovuto e cmq qui è inverno e
l'erba non può certo essere rigogliosa; ci sono molti bambini che giocano di varie
età e le maestre chiedono a loro il permesso di far giocare i bambini. Ad un
loro segnale scatta l'ormai allenato:"yeeeeee!!!". La prima Volta che
ho usato questo modo di dimostrare entusiasmo i bambini mi hanno guardata con
aria interrogativa, evidentemente qui esultano con altre sillabe, ma come per
tutte le cose, il loro apprendimento è così rapido e stupefacente, che dal
minuto dopo ogni cosa era meritevole di uno "yeeee".
Sano incontaminato entusiasmo che
rigenera l'animo e gratitudine infinita per ogni minima cosa che fa davvero
pensare.
Ieri notte, mentre non dormivo e
scrivevo mi é venuta l'idea di fabbricare delle maschere per i bimbi. Le mie
compagne accolgono l'idea con entusiasmo ed iniziamo a ritagliare scatole di
cereali che poi i piccoli artisti potranno colorare.
Per prepararci al maschera-day, ognuna
di noi colora la propria maschera: Beth ritaglia per Ozom e me delle farfalle,
la mia farfalla, per piccoli problemi di visibilità (i buchi x gli occhi sono
sulle mie guance) viene capovolta e diventa un coniglio..perfetto!!
Heiliy ritaglia per se un capricorno ed
io fabbrico un mezzo sole x Beth ed una cheetah per Audrey.
Per cena preparo risotto di zucca e
subito indiciamo la cena mascherata!
Inizio a conoscere le mie compagne e mi
piacciono davvero tanto.
21.25 il vento ulula fuori di qui. Siamo
al 6° piano di sotto e quindi qui al 7° e la vicinanza al mare e la
perturbazione in arrivo provocano rumori come su un veliero in mezzo alla
tempesta, ci viene per fortuna risparmiato il beccheggio.
01.44 Audrey la francese dorme come se
nulla fosse, io sono un pochino spaventata..il vento soffia come ci fosse un
uragano, le camere sono all'ultimo piano e come tetto sembra esserci solo un
sottile strato di qualcosa di non molto solido; diluvia e la pioggia si
infrange contro l'enorme vetrata non essendoci nulla di spiovente a
proteggerla..queste costruzioni senza tetto sono decisamente progettate
per un clima secco..
Molto vicino a me sento un rumore come
di una piccola pozzanghera alimentata da grosse rumorose gocce, tanto che mi
alzo a guardare se le mie cose sono al sicuro e non ci siano infiltrazioni.
Un pensiero corre veloce a cosa ci
aspetta domani nella township e come dev'essere questo diluvio da una
costruzione fatiscente con tetto in lamiera..
Wish I could understand Italian!
RispondiEliminaI can try to translate but.. maybe it's a little too hard for me :) but I can try for you :*
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