martedì 4 settembre 2012

Torino e Reggia di Venaria


Un viaggio tra la storia della capitale del Ducato di Savoia prima, del Regno di Sardegna poi ed infine prima capitale d’Italia ed una delle maggiori residenze sabaude in Piemonte.
Un tuffo nella storia d’Italia per toccare con mano i luoghi testimoni della nascita del nostro Paese.
All’arrivo a Torino ci accoglie la nostra guida in Piazza Castello, ed iniziamo la visita dalla Casaforte degli Acaja, che sorge sull'antica porta Decumana sul fiume Po, e Palazzo Madama che deve il suo nome alle due Reggenti, Maria Cristina di Borbone Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia, che qui risiedevano.

La vicina Real Chiesa di San Lorenzo si chiamata perché  voluta dai Savoia e perché  chiesa della casa reale.
Fatta costruire nel1562 da Emanuele Filiberto I dopo la vittoria della battaglia di San Quintino in Francia il 10 agosto 1557, giorno di San Lorenzo.
Presente in piazza il monumento all'Alfiere dell'Esercito Sardo, fu l'offerta che i milanesi fecero nel 1857 all'esercito piemontese su cui erano appuntate le speranze di libertà dagli austriaci.
Campeggia la piazza il Palazzo Reale cuore della corte sabauda e simbolo del potere della dinastia, prima e più importante tra le residenze sabaude del Piemonte fino all'occupazione napoleonica del 1799. 
 
Progettato tra la fine del '500 e l'inizio del '600, le sale del piano nobile sono decorate dalle immagini allegoriche che celebrano la dinastia reale. Alla fine del '700 Guarino Guarini è chiamato per edificare la Cappella della Sindone in modo da poter meglio ospitare la preziosa reliquia.
Completando il giro incontriamo il Duomo di Tornio dedicato a San Giovanni Battista e situato nell'omonima piazza, è l'unica chiesa della città in stile rinascimentale.
Sorge sulle rovine di tre chiese romaniche abbattute tra il 1490 e il 1492. La costruzione, voluta fortemente sia dalla reggente di Savoia, Bianca di Monferrato che del vescovo, fu inaugurata nel 1505. Il campanile è invece quello originario del 1469.
A lato del Duomo, si può ammirare, sotto ad una struttura di vetro, il mosaico originale della Chiesa del Salvatore, una delle tre chiese romaniche demolite per poter costruire quella rinascimentale attuale.
A pochi passi dal Duomo si possono ammirare i resti romani e la Porta Palatina, antico accesso settentrionale alla città. È una delle porte romane del 1° secolo a.C. Meglio conservate al mondo. Accanto troviamo il Teatro romano, edificato tra il 13 a.C. Ed il 44 d.C. ed attivo fino al III secolo, è probabilmente l'unica struttura di intrattenimento della Julia Augusta Taurinorum anche se si pensa ci possa essere anche un Anfiteatro che attende di essere riportato alla luce, sperano i torinesi, magari dagli scavi per la nuova metropolitana.

Il giro della città a piedi prevede il passaggio al Museo Egizio, attraverso via XX Settembre ci ritroviamo in Piazza San Carlo, cuore pulsante del capoluogo piemontese, dove, sotto l'occhio vigile del monumento dedicato ad Emanuele Filiberto, si può ancora gustare il “Bicerin” sapiente miscela di caffè, cioccolato e panna.
Nel corso della storia la piazza ha preso il nome di Piazza Reale, Piazza d'Armi e, nel periodo napoleonico, Place Napoléon.
Dal 1618 è dedicata a San Carlo Borromeo, il santo Arcivescovo di Milano che ebbe per la Sindone una particolare devozione. Emanuele Filiberto infatti fece portare il Sacro Lino a Torino nel 1578 per abbreviare il pellegrinaggio a piedi che Carlo Borromeo aveva deciso di intraprendere.
In questa piazza, in occasione dell'Ostensione della Sindone del 2010, Papa Benedetto XVI ha celebrato la messa, recandosi poi al Duomo per la venerazione. La Sacra Sindone è infatti custodita al Duomo e solo in occasioni particolari il Papa decide la sua ostensione.
Palazzo Carignano pregevole esempio di architettura barocca, il palazzo ospita attualmente il Museo nazionale del Risorgimento italiano. Entrò a far parte delle Residenze Sabaude nel 1831 con l'ascesa al trono di Carlo Alberto di Savoia Carignano che qui nacque. Sede del primo Parlamento Subalpino l'edificio fu sede della Camera dei deputati; l'aula dedicata era però troppo piccola e, durante i lavori per ampliarla, i deputati si riunivano nel cortile del palazzo.
Gli ammodernamenti risultarono poi inutili dato che non terminarono prima del trasferimento della capitale a Firenze nel 1864.
La galleria Subalpina meraviglioso esempio di galleria commerciale. Progettata da Pietro Carrera nel 1873 ed inaugurata il 30 settembre 1874, deve il suo nome alla Banca Industriale Subalpina che si assunse l'onere della costruzione. Presenta elementi decorativi sia in stile rinascimentale che barocco ed è percorsa per tutto il suo perimetro da una balconata.
Lo spazio della galleria era, fino a che la capitale del Regno d'Italia non venne trasferita a Firenze, occupata dal Ministero delle finanze. Al suo interno oggi troviamo vari locali commerciali tra i quali il caffè storico Baratti & Milano.

Dopo un pranzetto rigenerante, a base di piatti tipici piemontesi ci ritroviamo in Piazza Castello per dirigerci verso la Reggia di Venaria.


Box del cibo piemontese:
Agnolotti alla piemontese, Fettuccine d’Alba, Cajettes di pane, Gnocchi alla bava, Gnocchetti delle valli di Lanzo, Maltagliati alla salsiccia, Minestra di noci, Panissa
Polenta di patate farcita, Ravioli al castelmagno, Risotto con le rane ed ai quattro formaggi, ed ancora Taglierini al tartufo e Zuppa del canavese, Zuppa di cavolo e Zuppa di rane ed orzo.

Mi fermo qui.. perché mi è venuto un languorino e non posso aspettare fino a domenica per assaggiare tutte queste delizie…

 
La visita, rigorosamente guidata ed a gruppi, della Reggia di Venaria Reale ti catapulta nel fascino e nello sfarzo sabaudo; fu progettata e costruita in pochi anni dal 1658 al 1679 commissionata dal duca Carlo Emanuele II che intendeva farne base per le battute di caccia. Lo stesso nome in latino Venatio Regia viene fatto derivare dall'arte venatoria.
L'estensione della Reggia, del parco e del borgo è enorme e raggiunge gli 80.000 mq. 

Danni significativi le vennero inflitti durante la dominazione francese, in particolare il tempio di Diana e parte dei giardini completamente distrutti per farne una piazza d'armi. La Reggia viene poi convertita in caserma. Nel periodo che va dalla fine delle guerre napoleoniche al 1978 la Reggia fu utilizzata a fini militari causandole un progressivo degrado.
La svolta nel 1978 con la cessione alla Soprintendenza per i lavori di restauro, nel 1999 ebbe inizio l'imponente opera con fondi nazionali ed europei per un investimento di oltre 280 milioni di euro. Inaugurata il 13 ottobre 2007 si presenta ora ai visitatori nella sua imponenza, i giardini, quasi completamente distrutti, sono stati ricostruiti sui progetti originali e vengono periodicamente recuperate nuove aree. 

La facciata principale della Reggia vista dai giardini, appare sulla destra come “sfregiata” da una cesura di mattoni a vista che delimitano la parte seicentesca da quella settecentesca. All'interno troviamo stucchi, statue e numerosi dipinti raffiguranti ogni membro della dinastia sabauda oltre ad uno splendido modellino di 7 mt per 5 che mostra la Reggia così come appariva all'epoca del suo massimo splendore.
Incastonata tra i palazzi la chiesa di Sant'Uberto, sua particolarità la cupola dipinta e mai realmente costruita per mancanza di fondi ma sulla quale è incisa l'unica benedizione esplicita nella totalità degli edifici di casa savoia “affinché la loro memoria sia benedetta ed il loro nome venga ricordato per l'eternità”
Entrando non abbiamo avuto il tempo di ammirare l’antico Borgo antistante alla reggia, all’uscita abbiamo la possibilità di ammirarlo in tutto il suo particolare splendore.
La prima cosa che colpisce sono i numerosissimi comignoli che ornano i tetti di quello che è l’ingresso al borgo, mantenuto nel tempo e restaurato con giudizio ti fa respirare un’aria da “piccolo Lord” passeggiando tra le sue mura.
Il nostro tuffo nel passato finisce qui per oggi, torniamo a casa con numerose fotografie e molti spunti su cose che forse sapevamo ma avevamo dimenticato, ogni volta che faccio un viaggio mi viene voglia di approfondire un po’ la storia o la botanica o la geografia.. ogni volta un tassello in più, ogni volta qualcosa di più che resta o qualcosa di più che torna..
Anche questo.., è il fascino del viaggio..







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