Un
viaggio tra la storia della capitale del Ducato di Savoia prima, del Regno di
Sardegna poi ed infine prima capitale d’Italia ed una delle maggiori residenze sabaude
in Piemonte.
Un
tuffo nella storia d’Italia per toccare con mano i luoghi testimoni della
nascita del nostro Paese.
All’arrivo
a Torino ci accoglie la nostra guida in Piazza Castello, ed iniziamo la visita
dalla Casaforte degli Acaja, che
sorge sull'antica porta Decumana sul fiume Po, e Palazzo Madama che deve il suo nome alle due Reggenti, Maria
Cristina di Borbone Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia, che qui
risiedevano.
La vicina Real Chiesa
di San Lorenzo si chiamata perché voluta dai Savoia e perché chiesa della casa reale.
Fatta
costruire nel1562 da Emanuele Filiberto I dopo la vittoria della battaglia di
San Quintino in Francia il 10 agosto 1557, giorno di San Lorenzo.
Presente in piazza il monumento
all'Alfiere dell'Esercito Sardo, fu l'offerta che i milanesi fecero nel
1857 all'esercito piemontese su cui erano appuntate le speranze di libertà
dagli austriaci.
Campeggia la piazza il Palazzo
Reale cuore della corte sabauda e simbolo del potere della dinastia, prima
e più importante tra le residenze sabaude del Piemonte fino all'occupazione
napoleonica del 1799.
Progettato
tra la fine del '500 e l'inizio del '600, le sale del piano nobile sono
decorate dalle immagini allegoriche che celebrano la dinastia reale. Alla fine
del '700 Guarino Guarini è chiamato per edificare la Cappella della Sindone in
modo da poter meglio ospitare la preziosa reliquia.
Completando
il giro incontriamo il Duomo di Tornio
dedicato a San Giovanni Battista e situato nell'omonima piazza, è l'unica
chiesa della città in stile rinascimentale.
Sorge sulle
rovine di tre chiese romaniche abbattute tra il 1490 e il 1492. La costruzione,
voluta fortemente sia dalla reggente di Savoia, Bianca di Monferrato che del
vescovo, fu inaugurata nel 1505. Il campanile è invece quello originario del
1469.
A lato del Duomo, si può ammirare, sotto ad una struttura di
vetro, il mosaico originale della Chiesa del Salvatore, una delle tre chiese
romaniche demolite per poter costruire quella rinascimentale attuale.
A pochi
passi dal Duomo si possono ammirare i resti
romani e la Porta Palatina, antico accesso settentrionale alla città. È una
delle porte romane del 1° secolo a.C. Meglio conservate al mondo. Accanto
troviamo il Teatro romano, edificato tra il 13 a.C. Ed il 44 d.C. ed attivo
fino al III secolo, è probabilmente l'unica struttura di intrattenimento della Julia Augusta Taurinorum anche se si
pensa ci possa essere anche un Anfiteatro che attende di essere riportato alla
luce, sperano i torinesi, magari dagli scavi per la nuova metropolitana.
Il giro
della città a piedi prevede il passaggio al Museo Egizio, attraverso via
XX Settembre ci ritroviamo in Piazza
San Carlo, cuore pulsante del capoluogo piemontese, dove, sotto l'occhio
vigile del monumento dedicato ad Emanuele Filiberto, si può ancora gustare il “Bicerin” sapiente miscela di caffè,
cioccolato e panna.
Nel corso
della storia la piazza ha preso il nome di Piazza Reale, Piazza d'Armi e, nel
periodo napoleonico, Place Napoléon.
Dal 1618 è
dedicata a San Carlo Borromeo, il santo Arcivescovo di Milano che ebbe per la Sindone
una particolare devozione. Emanuele Filiberto infatti fece portare il Sacro
Lino a Torino nel 1578 per abbreviare il pellegrinaggio a piedi che Carlo
Borromeo aveva deciso di intraprendere.
In questa piazza, in occasione dell'Ostensione della Sindone del 2010, Papa Benedetto XVI ha
celebrato la messa, recandosi poi al Duomo per la venerazione. La Sacra Sindone
è infatti custodita al Duomo e solo in occasioni particolari il Papa decide la
sua ostensione.
Palazzo Carignano pregevole esempio di
architettura barocca, il palazzo ospita attualmente il Museo nazionale del
Risorgimento italiano. Entrò a far parte delle Residenze Sabaude nel 1831 con
l'ascesa al trono di Carlo Alberto di Savoia Carignano che qui nacque. Sede del
primo Parlamento Subalpino l'edificio fu sede della Camera dei deputati; l'aula
dedicata era però troppo piccola e, durante i lavori per ampliarla, i deputati
si riunivano nel cortile del palazzo.
Gli
ammodernamenti risultarono poi inutili dato che non terminarono prima del
trasferimento della capitale a Firenze nel 1864.
La galleria Subalpina meraviglioso esempio
di galleria commerciale. Progettata da Pietro Carrera nel 1873 ed inaugurata il
30 settembre 1874, deve il suo nome alla Banca Industriale Subalpina che si
assunse l'onere della costruzione. Presenta elementi decorativi sia in stile
rinascimentale che barocco ed è percorsa per tutto il suo perimetro da una
balconata.
Lo spazio della galleria era, fino a che
la capitale del Regno d'Italia non venne trasferita a Firenze, occupata dal Ministero delle finanze. Al suo interno
oggi troviamo vari locali commerciali tra i quali il caffè storico Baratti
& Milano.
Dopo un
pranzetto rigenerante, a base di piatti tipici piemontesi ci ritroviamo in
Piazza Castello per dirigerci verso la Reggia di Venaria.
Box del
cibo piemontese:
Agnolotti
alla piemontese, Fettuccine d’Alba, Cajettes di pane, Gnocchi alla bava,
Gnocchetti delle valli di Lanzo, Maltagliati alla salsiccia, Minestra di noci,
Panissa
Polenta di
patate farcita, Ravioli al castelmagno, Risotto con le rane ed ai quattro
formaggi, ed ancora Taglierini al tartufo e Zuppa del canavese, Zuppa di cavolo
e Zuppa di rane ed orzo.
Mi fermo qui.. perché mi è venuto un languorino e non posso aspettare
fino a domenica per assaggiare tutte queste delizie…
La visita,
rigorosamente guidata ed a gruppi, della Reggia
di Venaria Reale ti catapulta nel fascino e nello sfarzo sabaudo; fu
progettata e costruita in pochi anni dal 1658 al 1679 commissionata dal duca
Carlo Emanuele II che intendeva farne base per le battute di caccia. Lo stesso
nome in latino Venatio Regia viene fatto derivare dall'arte venatoria.
L'estensione
della Reggia, del parco e del borgo è enorme e raggiunge gli 80.000 mq.
Danni
significativi le vennero inflitti durante la dominazione francese, in
particolare il tempio di Diana e parte dei giardini completamente distrutti per
farne una piazza d'armi. La Reggia viene poi convertita in caserma. Nel periodo
che va dalla fine delle guerre napoleoniche al 1978 la Reggia fu utilizzata a
fini militari causandole un progressivo degrado.
La svolta
nel 1978 con la cessione alla Soprintendenza per i lavori di restauro, nel 1999
ebbe inizio l'imponente opera con fondi nazionali ed europei per un
investimento di oltre 280 milioni di euro. Inaugurata il 13 ottobre 2007 si
presenta ora ai visitatori nella sua imponenza, i giardini, quasi completamente
distrutti, sono stati ricostruiti sui progetti originali e vengono
periodicamente recuperate nuove aree.
La facciata
principale della Reggia vista dai giardini, appare sulla destra come
“sfregiata” da una cesura di mattoni a vista che delimitano la parte
seicentesca da quella settecentesca. All'interno troviamo stucchi, statue e
numerosi dipinti raffiguranti ogni membro della dinastia sabauda oltre ad uno
splendido modellino di 7 mt per 5 che mostra la Reggia così come appariva
all'epoca del suo massimo splendore.
Incastonata tra i palazzi la chiesa di Sant'Uberto, sua
particolarità la cupola dipinta e mai realmente costruita per mancanza di fondi
ma sulla quale è incisa l'unica benedizione esplicita nella totalità degli
edifici di casa savoia “affinché la loro
memoria sia benedetta ed il loro nome venga ricordato per l'eternità”
Entrando non abbiamo avuto il tempo di ammirare l’antico
Borgo antistante alla reggia, all’uscita abbiamo la possibilità di ammirarlo in
tutto il suo particolare splendore.
La prima cosa che colpisce sono i numerosissimi comignoli
che ornano i tetti di quello che è l’ingresso al borgo, mantenuto nel tempo e
restaurato con giudizio ti fa respirare un’aria da “piccolo Lord” passeggiando tra le sue mura.
Il nostro tuffo nel passato finisce qui per oggi, torniamo a
casa con numerose fotografie e molti spunti su cose che forse sapevamo ma
avevamo dimenticato, ogni volta che faccio un viaggio mi viene voglia di
approfondire un po’ la storia o la botanica o la geografia.. ogni volta un
tassello in più, ogni volta qualcosa di più che resta o qualcosa di più che
torna..
Anche questo.., è il fascino del viaggio..
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