sabato 8 settembre 2012

Bra fiera da Cortile a Cortile

 “Da cortile a cortile” l’enogastronomia locale ed i cento cortili della città della Zizzola, protagonisti nella 17° edizione dell’evento.       Il pranzo nelle corti braidesi è il piatto forte dell’evento ma il contorno non è da meno: mostre d’arte, spettacoli e gruppi folkloristici e l’opportunità di conoscere meglio Bra e la Pollenzo romana.
Alcuni dei piatti tipici serviti durante la fiera:
salsiccia di Bra, peperoni di Carmagnola, il “bagn’ntl oli” con verdure braidesi, agnolotti al “plin”, il caratteristico bollito misto con le tipiche salse, formaggi tipici e la torta di nocciole
il tutto accompagnato dai migliori vini a denominazione d’origine controllata delle colline di Langa e Roero.
Durante la giornata si potranno visitare i Cento Cortili braidesi, spesso chiusi ed inaccessibili, e gustarsi un retroscena unico nel suo genere. Questi spazi, per lo più privati, ospiteranno mostre di quadri, letture, esibizioni di danza, piccoli concerti e degustazioni.
Interessantissime le frazioni di Pollenzo e Sanfrè, un itinerario alla scoperta del sito archeologico pollentino di epoca romana e della Banca del Vino voluta da Carlo Alberto nell’ottocento.
Bus in partenza dalla stazione ferroviaria per visitare Pollenzo, navette in partenza da Piazza Roma per la visita al castello di Sanfrè.
Siamo in Piemonte, in provincia di Cuneo, siamo a Bra. Il nome “Bra” potrebbe avere origine dalla parola longobarda “Brayda” che indica una proprietà con esteso appezzamento di terreno adibito a pascolo (la stessa origine etimologica di Piazza Bra a Verona o del quartiere Brera di Milano), l’altra ipotesi è l’origine celtica da “Braille” o “Braye” con il significato di “pascolo” o “alpeggio”.
Nel periodo romano venne fondata nella valle del Tanaro la città di Pollentia (attuale frazione Pollenzo), importante traffico commerciale e militare; dopo la battaglia di Pollenzo, il 6 aprile 402, quando le truppe romane misero in fuga i Goti, iniziò la decadenza di Pollentia e le popolazioni iniziarono a spostarsi verso l’altopiano, l’odierna Bra, ritenuto più sicuro.    Il 27 luglio 1702 nacque a Bra l’Accademia degli Innominati, associazione di letterati, poeti, uomini di cultura, amanti della musica e delle arti visive. Si riunivano in una casa del centro storico, dove ancora oggi sono visibili dei medaglioni dipinti raffiguranti i personaggi dell’Accademia.
 
Il Castello di Pollenzo, residenza sabauda, patrimonio dell’umanità e dell’Unesco insieme al Borgo di Pollenzo. L’antica città romana raggiunse i massimi splendori nell’età Giulio-Claudia, molti reperti ritrovati nei diversi scavi sono conservati nel Museo Archeologico di Palazzo Traversa. Una prima fortificazione era già presente attorno al 1238 ma bisogna attendere molti secoli prima di arrivare alla forma attuale del castello .
 
Al passaggio nelle mani dei Savoia nel 1838 inizia la vera trasformazione, Carlo Alberto avviò imponenti lavori affidati a diversi architetti ed, oltre al restauro del castello, fu realizzato il borgo con la Chiesa di San Vittore, la piazza con il porticato, l’Agenzia ed una grande torre quadrata munita di merli, tutti edifici in stile neo-gotico. All’interno si trova il preziosissimo coro ligneo proveniente dall’Abbazia di Stafarda. (in provincia di Cuneo).
Il castello e la immensa tenuta agricola sono di proprietà privata mentre gli edifici dell’Agenzia sono stati al centro di una grande iniziativa promossa da Slow Food , nell’area è nata l’Università di Scienze Gastronomiche e la Banca del Vino.
La Zizzola è l’edificio simbolo della città.
A pianta ottagonale con due piani sormontati da una torretta, campeggia sulla collina di Monteguglielmo, il punto più alto della città, in prossimità del quale fino al XVI secolo era situato l’antico castello.  La Guida di Bra del 1875 recita: “….di proprietà dell'avv. Maffei, elegante e graziosa rotonda che domina la città. Vuole la tradizione che dietro questa villa, su di uno spianato che ancora si ammira, le streghe convenissero una volta a festeggiare il sabbato [il Sabbat, una delle otto feste del paganesimo legate ai movimenti del sole, la parola deriva dall’ebraico “Shabbath” che significa “cessare” “smettere di compiere determinate azioni”.
Era dunque una villa di campagna che si apriva per feste e ricevimenti, nel 1962 fu donata al Comune di Bra dal dott. Guido Fasola con il vincolo che l’edificio fosse destinato a sede di convegni o altre attività di carattere pubblico ed il terreno destinato a giardino o parco pubblico.
La Chiesa di Sant’Andrea, in stile barocco eretta su disegno di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) iniziata a costruire nel 1672 e conclusa nel 1987 ma non terminata.  Fu costruita grazie a numerosi cittadini che offrirono, oltre a denaro, anche giornate di lavoro, all’interno numerose le pregevoli opere d’arte come le tele raffiguranti San Rocco e Santa Vittoria o la Madonna con il Rosario e la Vergine con il Bambino oltre che, nella Sacrestia, ad una grande tela raffigurante la Battaglia di Lepanto opera di Giovanni Claret.                     
Palazzo Traversa edificio originario della metà del XV secolo adibito a Museo di Archeologia e Storia dell’Arte.                                                         
Palazzo Comunale è di origine medievale , l’accesso alla parte storica è dato da una scala ad invito aggiunta intorno al 1897 che conduce alla grande porta ad arco affiancata da due aperture rettangolari con sovrastante occhio circolare.                                                             
Palazzo Mathis di origine trecentesca, sorge davanti al Municipio e i primi proprietari furono i Solaro, potente famiglia astigiana. il Capitano Giacomo Solaro, in qualità di governatore del castello di Bra, si trovò nel 1552 a comandare la difesa della città, alleata con i Francesi, contro il Duca di Savoia, Emanuele Filiberto. La fortezza cadde e fu distrutta e i Solaro scomparvero da Bra, lasciando anche il loro palazzo. Oggi, completamente restaurato dal Comune e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bra è sede degli uffici cultura e turismo e, al piano nobile, ospita mostre e rassegne culturali, oltre ad accogliere una raccolta permanente di opere dell'artista cheraschese Romano Reviglio.         
 La Chiesa di Santa Chiara fu fatta costruire dalle monache Clarisse. I lavori iniziarono il 27 maggio 1742 e fu aperta al pubblico nel 1748 anche se non completata. Il Vittone lascia qui un capolavorodell'architettura rococò piemontese: la pianta è quadrilobata e tutta la costruzione è impostata su quattro grandi pilastri che sorreggono il complesso gioco dei coretti, della doppia cupola e del cupolino. Il vero colpo di genio è nella doppia cupola traforata (cupola diafana. Attraverso le quattro aperture mistilinee della cupola inferiore si possono vedere le pitture affrescate nella cupola inferiore, illuminate dalla luce che proviene da diverse aperture.
 Un altro tuffo in un'altra storia.. un'altro viaggio e altri pezzi di mondo da scoprire...
 


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