lunedì 14 gennaio 2013

D'Annunzio Genio et Voluptati



Il 2013 sarà l’anno di Gabriele d’Annunzio, di cui si celebrerà il 150° della nascita. Un programma ricco di eventi, mostre ed appuntamenti culturali per conoscere uno dei personaggi più dinamici ed innovativi del novecento.
Difficile dire se il mito che aleggia attorno a Gabriele d’Annunzio sia più legato alla sua opera letteraria, alla sua vita, ai suoi amori o al suo senso della Patria. Di certo le celebrazioni per il 150° anniversario della sua nascita permetteranno di conoscere meglio il “Vate” e di metterne a fuoco la figura, uscendo da alcuni schematismi storici si troppo banali e scontati, che non hanno certo contribuito a farlo amare dalle generazioni moderne. La macchina organizzativa è già in moto e Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, nonché promotore delle celebrazioni dannunziane non vede l’ora di dare il via al programma con l’obbiettivo di “sfatare il mito” che vuole d’Annunzio un decadente; niente di più falso, asserisce: d’Annunzio era un creatore, un inventore, un uomo del diciannovesimo, del ventesimo ma anche del ventunesimo secolo.
° per entrare nello studio di d’Annunzio occorreva passare sotto un basso architrave che costringe ad “inchinarsi davanti all’arte”
° per d’Annunzio “cucinare un uovo in guscio o un uovo sodo è arte difficilissima, da rari maestri”
°  MEMENTO AUDERE SEMPRER: originariamente era l’acronimo di “Motoscavo AntiSommergibile”m ma divenne un epico motto: Ricorda di osare Sempre!
 
Fra le molteplici iniziative la decisione di dedicare al grande scrittore la prossima edizione del Salone internazionale del Libro di Torino (16-20 maggio 2013). Una scelta che ci viene spiegata da Ernesto Ferrero, direttore editoriale della rassegna: “Con d’Annunzio dobbiamo davvero ricominciare a prendere le misure perché di lui ci sono rimasti solo i luoghi comuni e gli stereotipi: molto italiano nei vizi, sperperatore di fortune altrui, grande amatore, dandy elegantissimo e poeta-soldato. Sappiamo invece poco del d’Annunzio innovatore, del letterato anomao, il cui vero capolavoro fu la sua vita inimitabile”.
Le celebrazioni ufficiali inizieranno il 12 marzo (giorno della nascita del Vate) a Pescara, sua città natale e coinvolgeranno tutta Italia da Verona ad Arezzo, da Genova a Trento, dove il Museo Caproni ospiterà una mostra dedicata al d’Annunzio Aviatore.
Anche a teatro si ricorderà con produzioni originali l’opera del poeta: da Giorgio Albertazzi, che sta lavorando alla Figlia di Iorio, al giovane Edoardo Sylos Labiani, il cui Gabriele d’Annunzio tra amore e battaglie debutterà a marzo al Teatro Manzoni di Milano, insieme ad una grande mostra dannunziana allestita nel foyer. Non mancheranno le iniziative istituzionali, con una moneta coniata dalla Zecca dello Stato e l’emissione di un francobollo da parte di Poste Italiane, e quelle editoriali, con gli importanti contributi del Corriere della Sera e di Mondadori.
Per quest’ultima uscirà, in febbraio, il secondo libro di Guerri dedicato a d’Annunzio, “La mia vita carnale” che racconta gli ultimi dieci anni di vita del Vate al Vittorialem una vera e propria città giardino che ha recentemente vinto il premio come “Parco più bello d’Italia”, ma che rappresenta una testimonianza vivente del genio di d’Annunzio. Luogo magico e carico di simbolismi in cui l’architettura, gli arredi e le stesse luci trattengono ancora oggi l’animo del Vate meglio di quanto possa fare qualsiasi testo di critica. Ecco perché una visita a Gardone Riviera (BS) è il miglior modo per prepararsi al 150° dannunziano e per godere delle atmosfere del lago di Garda, splendido anche nei mesi invernali.

“Io ho quel che ho donato” è uno dei più celebri motti dannunziani, inciso sul frontone all’ingresso del Vittoriale degli Italiani sede, il 7 marzo prossimo, de “Il diritto di interpretare la bellezza”, una giornata speciale interamente dedicata alla Fotografia. L’iniziativa è nata grazie alla collaborazione tra la rivista FOTOGRAFIA REFLEX, la Fondazione Vittoriale degli Italiani e il supporto tecnico di Nital Spa, distributore per l’italia di Nikon, con l’intenzione di stimolare una maggior tolleranza per le riprese fotografiche nei luoghi di cultura, a partire proprio dal Vittoriale, la cittadella monumentale a Gardone Riviera (BS) dimora di Gabriele d’Annunzio per 17 anni fino al 1938, anno della sua morte.
 

 
° la Sala della Musica: grande sala destinata ai concerti da camera, ricca di oggetti di varia provenienza, stile ed epoca, comprese alcune maschere funerarie di Beethoven e Liszt.

° la Sala del Mappamondo, la biblioteca principale del Vittoriale


 
° chiamarla Sala da Bagno è riduttivo, in realtà è un’opera d’arte tappezzata di opere d’artdStane
 
 
° veranda dell’Apollino,m suggestiva sala di lettura aperta sui giardini del Vittoriale
° Stanza del lebbroso: d’Annunzio amava ritirarsi fra queste pareti, vero luogo di meditazione per il poeta 


° Sala della Cheli, la grande sala da pranzo degli ospiti con la grande tartaruga in bronzo da cui prende il nome

 ° Il Mas a bordo del quale d’Annunzio partecipò alla Beffa di Buccari nel 1918


 
 
° Il Mausoleo, nel 1963 vennero traslate le spoglie di d’Annunzio nell’arca sopraelevata centrale



° Il Vittoriale è oggi affidato all’ottima fondazione, che cura anche il prezioso archivio dannunziano, visitate il sito www.ilvittoriale.it per incuriosirvi ancora di più


fonte: spazioitalia




sabato 12 gennaio 2013

Carnevale di Viareggio



Il carnevale di Viareggio è considerato uno dei più importanti carnevali d’Italia e d’Europa.
I carri sfilano lungo la passeggiata a mare viareggina raggiungendo un pubblico di oltre 325.000 persone.

La tradizione della sfilata di carri a Viareggio risale al 1873, quando alcuni ricchi borghesi decisero di mascherarsi per protestare contro le troppe tasse che erano costretti a pagare. Da allora ogni anno questa sfilata permette di esorcizzare il malcontento di tanta gente. Alla fine del secolo comparvero i carri trionfali in stucco, tela, materiali pesanti, poi sostituiti successivamente dalla carta pesta modellata e successivamente, intorno al 1930 con la carta a calco.

Con la prima guerra mondiale si ebbe una pausa bellica che durò 6 anni, la manifestazione riprese nel 1921.
Nel 1921 si cantò la prima canzone ufficiale la “Coppa di Champagne” attuale inno del carnevale. Anche le maschere si animarono a suon di musica per la priva volta, perché la banda trovò posto a bordo di un carro intitolato “Tonin di Burio” che rappresentava la festa nuziale nell’aia di una casa colonica. Due anni dopo il “Pierrot”, nostalgica e romantica figura del carnevale, fu la prima maschera a muovere la testa e gli occhi.

Nel 1925, per iniziativa di alcuni costruttori, fu introdotta la cartapesta per realizzare i carri, che da allora ha consentito costruzioni colossali ma leggerissime. I costruttori per la loro maestria, le loro capacità creative, l’abilità nella modellatura, nel colore e nel movimento, furono denominati, dalla stampa nazionale ed internazionale, i “Maghi della Cartapesta”

Nel 1930 Uberto Bonetti, il pittore che ha illustrato la magia del carnevale nei manifesti ufficiali, ideò Burlamacco la maschera oggi famosa che, nel manifesto del 1931 sullo sfondo dei moli protesi sul mare, appare in compagnia di Ondina.



Burlamacco trova posto tra le maschere italiane presso il museo del Folklore e della tradizione a Roma ed è esposta a Parigi presso il Musée de L’Homme.

Dopo la seconda guerra mondiale, il Carnevale rinasce nel 1946, sopravvive al rogo del giugno 1960  che coinvolse gli hangars dove si costruivano i carri e giunge fino ad oggi.

Nel 1954 irrompe nel Carnevale e nella vita degli italiani una nuova invenzione: la Televisione.
La TV ai suoi albori scelse Viareggio e il suo Carnevale per la sua prima diretta in esterni e i carri i loro movimenti e le maschere furono un affascinante soggetto a cui non si poteva resistere.

Fu così che la diretta del Carnevale di Viareggio tenne banco per diversi lustri nel palinsesto della TV di Stato mostrando i faccioni caricaturati dei personaggi della Prima Repubblica, dei Fanfani e dell’immancabile Andreotti, ma anche di Mao e di tanti personaggi che descrivevano in formato gigante gioie e dolori di un Paese che sotto i raggi del sole della Versilia sembrava sempre un po’ più bello e divertente che nella realtà.
 


Nel 1958 anche l’Eurovisione decide di consacrare la manifestazione trasportando ovunque, il Carnevale di Viareggio.
Nel 1998 il Carnevale di Viareggio ha celebrato 125 anni di vita con un mese intero di feste diurne e notturne.

Nel 2001 si è inaugurata la nuova Città del Carnevale, un complesso destinato a diventare una grande attrazione, caratterizzato da nuovi hangars, da un’arena per gli spettacoli, dal museo multimediale, dalla scuola della cartapesta e da altre iniziative culturali e di intrattenimento.




Il Torneo Mondiale Giovanile di Calcio
Durante il periodo carnevalesco uno dei principali eventi è anche il torneo giovanile di calcio “Coppa Carnevale”, anche detto Torneo di Viareggio, nato nel 1949. Lo spunto iniziale fu nel 1948 quando ci fu un torneo cittadino a dieci squadre che rappresentavano quattro società e sei bar.
Il torneo “under 21” ha acquisito sempre maggior prestigio a livello internazionale, con l’arrivo a Viareggio di squadre extracontinentali. Nel 1978 partecipò al torneo una squadra di Pechino. Le squadre vincitrici del maggior numero di edizioni sono Milan e Fiorentina con 8 trionfi ciascuna.
 
L’Arte della Cartapesta

Il Carnevale di Viareggio, fin dal 1925 con l'uso della cartapesta o carta a calco, ha fatto propria la filosofia del recupero e del riciclaggio attraverso una tecnica manuale ed un modo originale e creativo, utilizzando un materiale usato e gettato via. La povertà dei mezzi utilizzati nella lavorazione come la carta di giornale, la colla di farina, la creta, il gesso, i giunchi, costituisce la caratteristica della tecnica viareggina che si esprime in modo esplosivo nella costruzione dei grandi carri allegorici.

Questa tecnica artigianale, applicata dai nostri artisti anche in altri settori, come la scenografia, la museografia, l'arredamento e l’oggettistica, è di facile impiego e può essere usata nelle scuole, dalla materna alle superiori, come linguaggio espressivo autonomo. Essa permette l'unione di più tematiche, dall'ideazione dei soggetti alla struttura portante, dalla modellatura in creta alla formatura in gesso, dall'applicazione della carta alla colorazione.
La tecnica della cartapesta, in una società sempre più indirizzata verso la computerizzazione, valorizza la creatività privilegiando l'operatività manuale e, in particolare, l'utilizzo ed il recupero di un materiale "usa e getta".


La "storia di carta" del Carnevale di Viareggio e dei suoi protagonisti è raccontata negli spazi del Museo della cartapesta, articolata in un percorso di immagini fotografiche e grafiche, video e plastici, nel quale la tecnica della carta a calco esprime tutte le sue potenzialità.
Il luogo magico, teatro di questa tecnica artigianale, è qui nella Cittadella dove gli artigiani-artisti del Carnevale creano i grandi carri allegorici che durante il periodo invernale sfilano sui viali a mare di Viareggio, comunicando con le loro immagini grottesche sorrisi e buonumore.