La
Tosca è un’opera lirica in tre atti composta da Giacomo Puccini (Lucca 1858 –
Bruxelles 1924) , sul libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. La prima
rappresentazione si tenne a Roma, al Teatro Costanzi, il 14 gennaio 1900.
Tosca
è forse l’opera più drammatica di Puccini, ricca di colpi di scena e di accordi
dissonanti che la caratterizzano.
L’atmosfera
quella tesa che segue l’eco degli avvenimenti rivoluzionari di Francia e la
caduta della prima Repubblica Romana (1798-1799), dove lo Stato Pontificio sta
catturando i rappresentanti ed i sostenitori della Repubblica.
Le
vite del pittore Mario Cavaradossi e della sua amante Floria Tosca incrociano
Cesare Angelotti, patriota fuggito dalle carceri del Papa. Sulle tracce del
fuggiasco c’è il barone Scampia, capo della polizia pontificia che, innamorato
di Tosca, approfitta della situazione per conquistarla.
Finisce
in tragedia come opera drammatica vuole: muore il fuggiasco, muore il cattivo
Scampia per mano di Tosca, muore il pittore ed infine muore anche Tosca
suicida.
° non si sentiranno un po’ soli gli spettatori
alla fine dell’opera? °
L’opera
è a volte argomento di conversazione che lascia i più interdetti, senza parole,
forse per la poca conoscenza dell’argomento; il fascino però di quella che, all’epoca
di Puccini, poteva essere paragonata al nostro teatro, ma forse al nostro
cinema, e per alcuni la nostra tv (con il raccapriccio di altri), è innegabile
ed imperituro.
Sopra
il breve riassunto della Tosca, per chi invece avesse voglia di un ripasso della
storia, ecco di seguito la trama divisa per atti:
Atto primo
Angelotti,
bonapartista ed ex console della Repubblica Romana, è fuggito dalla prigione di
Castel Sant’Angelo e cerca rifugio nella chiesa di Sant’Andrea della Valle dove
sua sorella, la marchesa Attavanti, lo fa travestire da donna per permettergli
di nascondersi. La donna è stata ritratta inconsapevolmente dal cavalier Mario
Cavadossi.
All’irrompere
del sagrestano (“e sempre lava”) Angelotti si nasconde nella cappella degli
Attavanti, dopo poco sopraggiunge Cavaradossi (“recondita armonia”) e i due,
che condividono la fede politica, preparano un piano di fuga, ma sono costretti
ad interrompersi per l’arrivo di Floria Tosca, amante di Cavaradossi venuta per esporre al suo amato il suo progetto per quella sera (“non la sospiri la nostra
casetta”).
Riconoscendo però la marchesa Attavanti nella figura della Maddalena
nel suo quadro, fa una scenata di gelosia a Mario che, a fatica, riesce a
calmarla e congedarla. (“qual occhio al mondo”)
Un
colpo di cannone annuncia la fuga del detenuto. Angelotti che era uscito dal
nascondiglio per progettare la fuga con Mario che gli aveva offerto protezione,
viene accompagnato da quest’ultimo per coprirlo nella fuga. Portano con loro il
travestimento femminile ma dimenticano il ventaglio nella cappella.
La
falsa notizia della vittoria delle truppe austriache su Napoleone a Marengo, fa
esplodere la gioia del sagrestano che invita la cantoria di bambini a
prepararsi per il Te Deum di
ringraziamento. Improvvisamente sopraggiunge il barone Scarpia, capo della polizia papalina con i suoi scagnozzi;
sono sulle tracce di Angelotti e sospettano di Mario sapendolo bonapartista.
Tosca
torna in chiesa per informare l’amante che il programma per la sera era sfumato
in quanto doveva cantare a Palazzo Farnese per festeggiare l’avvenimento
militare (“ed io venivo a lui tutta dogliosa”). Scarpia aizza la gelosia di
Tosca usando il ventaglio dimenticato per riuscire ad incolpare Mario e scovare
Angelotti.
La
donna, credendo in un furtivo incontro dell’amato con la marchesa, giura di
ritrovarli. Scarpia la fa seguire (“tre sbirri, una carroza, presto”)
pregustando la doppia vittoria sul rivale: ucciderlo e prendergli la donna. Inizia
ad affluire gente in Chiesa per inneggiare alla vittoria e cantare il “Te, Deum”.
Atto secondo
A
Palazzo Farnese si svolge una festa
in presenza del Re e della Regina di
Napoli per celebrare la vittoriosa battaglia.
Nel
suo appartamento Scarpia sta
consumando la cena. Spoletta e gli
altri sbirri gli portano Mario che è
stato arrestato, lui si rifiuta di rivelare il nascondiglio di Angelotti e viene condotto in una
stanza dove viene torturato.
Tosca, finito di
cantare alla festa, viene convocata da Scarpia
che le fa sentire le urla di Mario
per indurla a confessare il nascondiglio di Angelotti che è il pozzo del giardino della villa di Cavaradossi.
Mario viene
portato nella stanza ed, appreso il tradimento di Tosca si rifiuta di abbracciarla.
In
quel momento un messo porta la notizia della falsa vittoria e rivela che è
stato invece Napoleone a sconfiggere gli austriaci a Marengo. A questo
annuncio Mario inneggia alla
vittoria e Scarpia lo condanna a
morte.
Disperata
Tosca chiede a Scarpia di concedere la grazia a Mario ma il barone acconsente solo
a patto che Tosca gli si conceda.
La
cantante inorridita implora il capo della polizia e si rivolge in accorato
rimprovero a Dio (“vissi d’arte, vissi d’amore”) [incomparabile l’interpretazione di Maria Callas nel 1958 ndr]
Tutto
è però inutile, Scarpia è
irremovibile e Tosca è costretta a
cedere. Scarpia convoca quindi Spoletta e fa credere a Tosca che la
fucilazione sarà simulata ed i fucili caricati a salve. Dopo aver scritto il
salvacondotto che permetterà agli amanti di raggiungere Civitavecchia, Scarpia
si avvicina a Tosca per riscuotere
quanto pattuito ma questa lo accoltella con un coltello trovato sul tavolo.
Prende il salvacondotto e, prima di uscire, pone religiosamente due candelabri
accanto al corpo ed un crocifisso sul petto.
Atto terzo
Sui
bastioni di Castel Sant’Angelo, Mario è ormai pronto a morire ed inizia
a scrivere un’ultima lettera d’amore a Tosca
ma sopraffatto dai ricordi non riesce a terminarla. (“e lucevan le stelle”)
Tosca arriva
inaspettatamente e spiega all’amato di essere stata costretta ad uccidere Scarpia,
gli mostra il salvacondotto e lo informa della fucilazione simulata. Scherzando gli raccomanda di fingere bene la
morte ma Mario viene fucilato
veramente e Tosca, sconvolta ed
inseguita dagli sbirri, grida “O Scarpia, avanti a Dio!” e si getta dagli
spalti del castello.
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RispondiElimina<3 grazieee O_O commossa :D
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