Venezia insolita da scoprire
Venezia in 5 mosse fuori dagli schemi
Vademecum per scoprire cinque
luoghi bellissimi, divertenti, originali, lontani dalle orde dei turisti
e che in pochissimi (anche tra i veri veneziani) conoscono
Visitare Venezia e riscoprirla da un nuovo punto di
vista? Si può. Ci sono voluti cinque anni di ricerche sul campo, di
incontri, di letture, di passeggiate a piedi e di giri in barca per
scoprire quello che le guide tradizionali non dicono e, alla fine, il
risultato è stato ottimo ed è racchiuso in questa guida:
393 pagine di curiosità, aneddoti, luoghi e storie sconosciute anche a
gli stessi veneziani che rendono i consigli degli autori, Thomas Jonglez
e Paola Zoffoli, una splendida certezza. E queste sono le cinque mosse suggerite da uno dei due, segrete e insolite, che farebbero invidia anche a Dan Brown! Se state venire con noi nella nostra Gita Fuori Porta questa domenica o, più semplicemente, pensate di trascorrere qualche giorno a La Serenissima, segnatevele!
PRIMA MOSSA: visitare un casino e spiare da uno spioncino
Nel
Settecento il gioco era un'attività piuttosto diffusa tra i veneziani.
Tale era la richiesta che a metà del secolo si contavano ben 118 casini
nei pressi di Piazza San Marco, luoghi privati e raccolti in cui si
scommetteva a dadi, a carte, si conversava liberamente e ci si svagava
in compagnia. Il Casino Venier era tra quelli e oggi è,
senza dubbio uno, dei più affascinanti rimasti intatti in città. Dal
1987 è sede dell'associazione culturale italo francese Alliance Française.
Oltre a corsi di lingua, iniziative culturali e rassegne
cinematografiche, è aperto a visite pubbliche interessanti e divertenti.
Si trova fra Rialto e San Marco, nel mezzanino di un edificio poco
appariscente e da fuori non si può minimamente immaginare la ricchezza
custodita all'interno. Entrateci, fatevi raccontare la storia del luogo,
affacciatevi segretamente da il "liagò", un piccolo poggiolo coperto
che guarda sul Ponte Baretteri e poi scoprite lo spioncino nel pavimento
di marmo della sala d'ingresso: serviva a guardare senza essere visti
chiunque si trovasse davanti alla porta d'ingresso, proprio sotto il
ponte, e in caso, decidere di scappare all'ultimo minuto.
SECONDA MOSSA: scoprire la pozione segreta che curava ogni male
Proprio di fronte alla farmacia d'angolo tra campo Santo Stefano e la calle dello Spezier (sinonimo
di farmacista) è rimasto impresso nel pavimento un dettaglio
dimenticato. Lo vedete nella gallery sopra. Di cosa si tratta? È uno dei
tre buchi circolari che, nel tempo, i pesanti calderoni utilizzati dai
farmacisti veneziani hanno lasciato durante la preparazione della Teriaca,
una pozione (quasi) magica che guariva un gran numero di malattie e che
a Venezia solo quaranta farmacie avevano ottenuto il permesso di
realizzare. L'ingrediente più diffuso era la polvere di vipera, altri
originali come il corno di liocorno (in realtà un dente di narvalo di
quelli che oggi si vedono al Museo Correr) e l'oppio. Insieme alle
spezie importate dall'Oriente dovevano essere esposti pubblicamente per
tre giorni per garantirne l'autenticità (incluso le vipere vive). Poi,
sotto gli occhi del Magistrato della Sanità, iniziava la vera e propria
fabbricazione alchemica dei decotto, i cui pregi sembravano infiniti e
dicevano di guarire dalla peste, alle punture di scorpione, alla
turbercolosi. Nel XVII secolo Venezia godeva di fama modiale per
la preparazione della Teriaca, a tal punto da esportarlo in Europa,
Turchia e Armenia. L'avreste mai detto guardando la mattonella sopra?
TERZA MOSSA: Guardare Palazzo Ducale come un condannato a morte
Due colonne del loggiato superiore del palazzo sono rosa,
mentre tutte le altre sono bianche. Un dettaglio piuttosto evidente di
giorno, eppure sembra che in Piazza San Marco pochi ci facciano caso e,
soprattutto, si interroghino sul perchè. Ebbene il motivo è questo: in
quel punto il Doge prendeva posto per annunciare le sentenze di morte e
per l'esecuzione il patibolo veniva collocato proprio tra quelle due
colonne, di fronte alla Torre dell'Orologio, in modo che il condannato
potesse vedere l'ora esatta della sua fine. Il rosa? Ricorderebbe il colore del sangue dei condannati. E avete mai notato che sul lato sud-ovest di Palazzo Ducale
di notte si vedono due piccole luci sempre accese? Sono li per
ricordare uno dei pochi errori giudiziari della Serenissima, quello che
hanno portato un uomo innocente - il fornaio Piero Tasca (torturato fino
a falsa confessione) - ad essere condannato a morte il 22 marzo 1507.
QUARTA MOSSA: pranzare a Castelletto nel quartiere delle "Carampane"
Alla Trattoria Antiche Carampane,
in assoluto uno dei posti migliori dove mangiare a Venezia. E non ci si
arriva per caso, nascosto com'è tra calli e campielli, vicino al
mercato del pesce di Rialto e a Campo San Polo. È
uno di quegli indirizzi che viene suggerito e poi si custodice con
cura. Il locale è frequentato da un selezionata clientela fatta di
veneziani e di turisti che non amano sentirsi tali (tra cui anche
l'attrice Audrey Tautou e Mr Cipriani). Non a caso un cartello
all'entrata avverte: "No Pizza, No Lasagne, No Menù Turistico".
Non è pretenzioso, l'atmosfera è quella piacevole di una trattoria a
gestione familiare e il menù è da leccarsi i baffi: principalmente a
base di pesce, freschissimo e selezionato con cura al mercato ogni
mattina. E proprio per questo la domenica e lunedì e chiuso. Sapete il
perchè? I pescatori non lavorano di domenica e quindi un ristorante
specializzato in pesce che si rispetti (come questo) non potrebbe fare
altrimenti! Con la bella stagione si può scegliere anche un tavolo
all'aperto. Andateci e non ve ne pentirete! E i più audaci scopriranno
cosa i veneziani intendono con il termine carampana, che non è quello in
uso oggi di «donna attempata e vistosa».
QUINTA MOSSA: fare la spesa bio come un vero giudecchino
All'interno del carcere femminile della Giudecca di Venezia esiste uno spazio di 6.000 metri quadrati utilizzato come orto dal Convento delle Convertite.
Battezzato "Orto delle Meraviglie"
è curato da una decine di detenute senza l'impiego di macchinari,
concimi o prodotti chimici. Non tutti i veneziani lo sanno ma le nonnine
della Giudecca si mettono in fila ogni giovedì mattina tra le 9 e le 10
per aggiudicarsi la loro frutta e verdura bio: gustosa, sana e meno
costosa rispetto ad altri mercati. Dal giugno 1997 è, infatti, possibile
acquistare circa una trentina di ortaggi diversi direttamente da un
banco di vendita nei pressi del carcere. E sappiatelo, non c'è ne mai
abbastanza per tutti, quindi meglio essere puntuali per essere i primi
della fila.
la nostra fonte: È Thomas Jonglez, uno dei due autori della guida "Venezia, Isolita e Segreta",
vademecum originale che racconta il capoluogo veneto come nessuno
aveva mai fatta prima e che, anche per questo, è stata premiata come
miglior guida di viaggio all'Independent Publisher Award nell'anno
2011. Per farlo si è trasferito con moglie e figli da Parigi (la sua
città) e ci ha abitato per sette anni. Definirlo appassionato e
scrupoloso è ancora poco. È sua l'idea di creare una collana di guide scritte dagli abitanti ed è il cuore della casa editrice
che da dieci anni segue questo progetto. Le sue sono guide che
segnalano luoghi e curiosità insolite e/o sconosciute, che non si
trovano nelle guide tradizionali, pensate per interessare viaggiatori
curiosi e gli stessi abitanti. Sono scritte da chi i luoghi li
conosce e li vive davvero e vengono pubblicate in diverse lingue a partire da quella locale della città raccontata. Ad esempio, quella di Amsterdam è pubblicata anche in fiammingo, quella su Lisbona
in portoghese e, ovviamente, non mancano inglese, francese, spagnolo e
tedesco. Tra le guide Jonglez più di successo a livello
internazionale ci sono Secret London e Secret New York e in Italia quella su Roma di cui abbiamo parlato qui (e che a ottobre verrà ristampata con l'aggiunta di 100 pagine nuove) e la guida su Milano.
La
foto che lo ritrare qui sopra? Lui all'Isola di Pasqua mentre gira il
mondo con la sua famiglia in 6 mesi, prima di trasferirsi per altri
sette anni in Brasile e studiare una nuova città: Rio de Janeiro.
fonte vanityfair.it
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